14 dicembre ore 17,30 INTER-CHIEVO 4-2

COM'E' BELLO ESSERE INTERISTI...

... Ed ecco le due facce dell'Inter. Quella che ha bisogno solo  di 2 minuti per risolvere il dilemma del gol creando azioni da manuale del calcio con l'inserimento dei centrocampisti che tagliano le difese come il burro  finalizzando inesorabilmente. E la faccia della squadra    che poi si siede su se stessa crogiolandosi della sua bellezza.ed e' una cosa che in Serie A non e' concesso a nessuno. Come inventare un pomeriggio che al momento del    2 a 0 per la squadra capolista contro il fanalino si prospetta probabilmente noioso?Opla',il gioco e' fatto e in men che non si dica ci ritroviamo ad assistere alla ennesima performance della nostra cara pazza Inter che riazzera il pallottoliere.A questo punto Mou cambia modulo,fedele alla sua filosofia che 1 punto o 0 punti sono la stessa cosa ...e la squadra ci regala un altro pomeriggio emozionante,insomma da tifoso Interista DOC.

Grazie Inter ,dunque,per la gioia che ci hai dato anche oggi ,figlia  della sofferenza che  l'ha amplificata ,dando un senso ad un pomeriggio destinato altrimenti,ad essere relegato nel dimenticatoio.E grazie a Mourinho che ci ha restituito due giocatori rinati ,appropriatisi di un ruolo definito e concreto.Il primo e' Stankovic,oramai dotatosi di un'intelligenza,una precisione e puntualità tattica figlia dell'intuizione di Mou.Il secondo e' Figo,che quando presidia la fascia destra con Maicon rende la squadra stratosferica creando il gioco irresistibile che Mourinho si aspetta. E grazie ad Ibra che continua a realizzare gol fantastici e favolosi assist .

Insomma,la partita di stasera , il derby dell'inciucio,a questo punto,da' l'impressione di essere capace di darci non l'anti-Inter,ma la squadra che non dovra' fare i preliminari,...e basta...ORE 22.30 ormai il circo Medrano e' una squadra che sa gareggiare solo  con il suo capo  per dimostrare chi e' tra i due il piu' ridicolo.Il  presidente dice che stanno tirando il fiato dopo gli ultimi trionfi(dopo un anno gli sara' venuto l'enfisema polmonare...) Galliani  si appella ancora agli amarcord dicendo al 92simo contro il Lecce era primo in classifica...noi siamo primi in classifica da tre anni e piu' che sbandierarlo ce ne stiamo quasi scusando...

Mourinho: "Vittoria di tutti e dei tifosi"

Domenica, 14 Dicembre 2008 19:23:57

Mourinho

hi-ligths
 

MILANO - 'Hanno vinto la squadra e i tifosi. Negli ultimi venti minuti, la squadra ha avuto coraggio, ha giocato un calcio super finalizzato stupendamente da Ibrahimovic con due gol da pallone d'oro e ha vinto lo stadio'. Cosi' parla  Mourinho al termine della vittoria con il Chievo, una partita con l'Inter a tre volti, come spiega lo stesso tecnico portoghese: 'Nel primo tempo penso abbiamo fatto gol subito e questo ci ha dato tranquillita', pero' abbiamo giocato con un ritmo da allenamento, nell'intervallo non ero contento, volevo piu' pressione, una difesa piu' alta. Nel secondo tempo siamo partiti bene ma, quando abbiamo raddoppiato, credo che tutti nello stadio abbiano pensato che la gara fosse finita. I giocatori sono esseri umani, possono esserci situazioni nelle quali si rilassano, infatti, ci siamo un po' addormentati. Il loro primo gol e' l'esempio di tutto questo. Poi, sul 2-2, potevamo andare avanti cercando di vincere con fortuna o potevamo cambiare, rischiando. Abbiamo cambiato. A quel punto pensavo che la gara sarebbe finita 3-2, ma non sapevo che sarebbe stata una vittoria per noi o per il Chievo. La squadra e' uscita da questo momento con coraggio, senza paura, con molta fiducia ha cambiato subito l'intensita' del gioco, la concentrazione e' tornata massima. Eravamo sotto pressione e, grazie anche all'atmosfera che si e' creata dentro lo stadio, grazie all'apporto dei nostri tifosi, abbiamo messo sotto pressione il Chievo. Penso che Figo sia stato fantastico, non dimentichiamo che e' un Pallone d'Oro, che ha personalita', che non teme niente e nessuno: ha fatto la differenza giocando alla destra in coppia con Maicon e con gli inserimenti di Stankovic. Il gioco ha prodotto i due gol di Zlatan'.

Mourinho parla da leader. Gli osservatori vorrebbero limitare la vittoria nerazzurra alle magie di 'Ibra', ma il tecnico allarga il campo dei meriti: 'Tutta la squadra ha vinto. L'allenatore deve avere coraggio, puo' leggere la partita con o senza coraggio, ha delle responsabilita', ma io rimango nascosto nella panchina, che per altro oggi era anche bella calda, e sono i giocatori che stanno in campo con la pressione dei tifosi. Fortunatamente oggi i tifosi sono stati il dodicesimo uomo in campo, cosi' abbiamo giocato gli ultimi 20 minuti con grande intensita' e non ha avuto paura della situazione. Penso che quando tutti giocano ad altissimo livello come hanno fatto sia piu' semplice fare molto bene, anche per i singoli. E' stato cosi' anche per Ibra. C'e' sempre un legame tra quello che e' la prestazione singola ed il rendimento collettivo: nel primo tempo mi sembra che anche Zlatan abbia giocato con il ritmo e concentrazione da allenamento, come tutti gli altri. Nel secondo tempo, all'inizio e alla fine soprattutto, la squadra ha giocato in maniera super e lui ha segnato due goal fantastici. Sulla sua seconda rete, per fortuna la palla e' andata in gol: se colpiva il portiere del Chievo, forse gli portava via la testa tanta era la potenza di tiro... '.

Un gol e due-tre assist. Grande partita per Dejan Stankovic: 'Sono stato sempre molto onesto con lui, sia dal primo giorno. Gli ho detto che il suo rapporto personale con Roberto Mancini era la conseguenza logica dei tanti anni trascorsi insieme, ma lui poteva giocare bene anche per un altro allenatore, cioe' per me. Dejan e' un professionista e lavora molto molto bene. In questo momento gioca con grande fiducia e la squadra ha bisogno di lui. Purtroppo saltera' la partita di Siena per un cartellino che gli fara' scattare la squalifica, un giallo dal mio punto di vista immeritato, ma questo non e' un problema, abbiamo tante soluzioni diverse'.

Infine, a Mourinho tante domande sul presente e sul futuro di Adriano. Il tecnico e' chiaro e lineare come sempre: 'Adriano andra' prima in Brasile perche' e' infortunato, non puo' giocare a Siena, quindi tutti noi riteniamo che sia meglio curare un infortunio muscolare ai 30 gradi del Brasile piuttosto che a zero gradi qui a Milano. Inoltre, con tutto quello che e' stato detto su di lui in settimana, certamente gli fara' bene essere la' anche dal punto di vista mentale. Ripeto, non c'e' altro perche', a differenza che uno o due mesi fa, questa settimana non e' successo nulla di particolare, Adriano si e' infortunato, ma evidentemente, negli anni, anche per colpa sua, gli sono stati messi tanti francobolli. E' difficile pulire la sua immagine, me ne rendo conto. Da allenatore dell'Inter dico che voglio Adriano con me dal 2 di gennaio, questi 39 punti in classifica sono anche merito suo, penso per esempio alla gara con la Juventus, nella quale lui e' stato molto importante per la squadra. Pero', se fossi Adriano, proprio per l'immagine che si e' creata attorno a lui dopo questi anni, rifletterei se non e' forse meglio, per lui, cambiare. Ma, ribadisco, da allenatore dico che voglio Adriano, anche perche' e' un giocatore importante, e' giovane, non puo' costare due euro... '.

Ufficio Stampa
 

Scenetta da film western: in un angoletto del saloon si sta giocando a poker. Al pivello e' gia' riuscito un "colpo" fortunato. Il Professionista ha morso nervosamente il sigaro, ma ha abbozzato, come se nulla fosse. Al secondo piatto del pivello pero', il nostro tira fuori la colt e la poggia sul tavolo: ancora due mani e la partita finisce.
 
Il Professionista sbanca tutti e si porta a casa l'intero malloppo.
Ecco qui, in chiave "Sergio Leone", Inter-Chievo.
La gara si apre benone: al 3' siamo gia' in vantaggio con una splendida giocata di Maxwell che insacca (di destro!) dopo uno slalom dei suoi. La cosa fa si' che il Chievo si liberi subito dal timore di prenderle e che quindi si metta a giocare in scioltezza. Il nostro rombo di centrocampo, piu' portato alla demolizione che alla costruzione, non riesce pero' ad innescare uno Zlatan un po' imballato ed il primo tempo trascorre cosi'.
 
Alla ripresa, subito il 2-0 bellissimo di Stankovich, con relativi cori inneggianti alla Capolista (che se ne va'...), immediatamente (ovvio) smorzati in gola dal gol del Chievo, nato da una palla idiotamente persa nella loro tre-quarti. Si torna sui binari del primo tempo, fino al 2-2, rocambolesco, a una ventina di minuti abbondanti dalla fine.
 
E' qui che Mourinho tira fuori la pistola e mette in chiaro le cose: dietro si passa a tre, Zanetti e Cambiasso chiudono la porta alle loro spalle, e lasciano a Ibra, Stankovich, Figo, Crespo e Balotelli il compito di portare a casa la pellaccia.
Certo, si battera' sul solito tasto che abbiamo vinto solo grazie a Ibrahimovic, ma non e' cosi': tutta la squadra ha spinto per vincere, anche sul 3-2.
 
Piuttosto, la realta' e' questa: la squadra gioca bene, ma anche stavolta, la cosa e' appena sufficiente a pareggiare in casa contro l'ultima in classifica (...potenza del Campionato piu' difficile del Mondo!).
La vittoria arriva, -pur continuando a giocare bene-, con l'uso dell'artiglieria pesante. Era gia' successo in precedenza e succedera' ancora: Almeno fino a quando non avremo difronte un'avversaria con due palle cosi', che ci infilera' in contropiede.
Fino a quel giorno, pero': godiamocela! Godiamoci la nostra squadra, la nostra panchina, il nostro allenatore, la nostra vittoria.
Godiamoci un Cambiasso monumentale, un Muntari molto (ma molto) utile, un ritrovato Stankovich (addirittura in odore di doppietta), ed uno Zlatan fisicamente devastante anche nei finali di partita.
Tutto il resto, lasciamolo agli altri...
Veleno61

 

di Roberto Omini

Fabio Capello gli ha aperto le porte del calcio italiano: dal 2004 al 2006, biennio juventino coi segni diversi di un'ottima prima stagione, seguita da un campionato-no. Roberto Mancini gli ha permesso di spalancare le ali nei due anni successivi, e Ibrahimovic e' stato come il "padrone" dei due scudetti interisti, ma senza un marchio che lo proiettasse verso l'eccellenza assoluta, da leader consacrato. Jose' Mourinho, in quattro mesi, ha dato questa dimensione allo svedese: consegnando a lui, sempre a lui e con insistito accanimento, le chiavi del gioco, del gol, del successo della squadra. Ibra piu' altri dieci, perche' Ibra non si discute (mai).Ed ecco che allo scoccare della sedicesima giornata di campionato, con l'Inter a 39 punti, Zlatan il fenomeno ha posto il suo ennesimo marchio: al 4-2 sul Chievo, alla settima vittoria consecutiva dei nerazzurri, al suo decimo gol in campionato che e' un primato personale, l'emblema di questa sua crescita costante, di questa sua maturazione oramai acclarata. Dieci gol (di campionato) alle soglie del Natale dopo averne segnati -nello stesso periodo- così: 7 nel primo anno juventino (16 a fine campionato), soltanto 3 nella stagione successiva (7 alla fine), 6 nell'anno dello scudetto dei record con l'Inter (infine 15), 9 un anno fa (17 a chiusura dei conti).C'è un gol in piu', ma la differenza tra l'Ibra vecchio, recente e nuovo la si vede in ogni dove. Nel suo modo di giocare, nella centralita' del suo ruolo, nella cura con la quale i suoi compagni lo cercano, lo invocano, lo seguono. E nel suo straordinario modo di essere, di segnare gol impossibili, di sbagliarne inseguendo qualche eccesso, nel sapersi calare nel ruolo di uomo-squadra quando la squadra -come ieri col Chievo, ma tante altre volte- ne avverte il bisogno per sistemare i conti.

Forte cosi', Ibra non e' mai stato. Forte cosi', e' un merito che a  Mourinho va ascritto, per il carico di responsabilita' che gli ha dato e per il rischio che si e' accollato, il tecnico, votandosi a un campione, adeguando a lui l'Inter, sapendo gestire umori e qualita' del fenomeno svedese, alla cui crescita prima ha lavorato -e bene- Mancini. Il tecnico portoghese sta completando quell'opera di cresscita, ora vediamo Ibra respingere di testa il pallone dinanzi a Julio Cesar sui calci d'angolo, lo vediamo fare pressing sulla trequarti, a sinistra (destra) alla ricerca di spazi, centralmente a creare varchi, sfoggiare l'arte dell'assist e infine segnare gol: a volte beli, a volte impossibili.

 

Qualche settimana fa avevo scritto che non invidiavo chi aveva fatto l'abbonamento quest'anno, perche' di spettacolo, a San Siro, la nostra Inter ne aveva dato ben poco. Poi oggi (sara' l'aria del Natale, o cazzo ne so) i ragazzi hanno messo in scena nella Scala del calcio uno dei piu' belli spettacoli finora visti in Serie A. Uno show in 4 atti, uno piu' emozionante dell'altro. Non mancava nulla: gioia, paura, la tragedia sfiorata, la rinascita, la rabbia, ancora la gioia. Ecco un breve riassunto dell'opera:
Atto Primo: Ibra affiancato da Obinna sembra l'ennesima presa per il culo al popolo calcistico italiano di Mourinho. Eppure l'Inter se ne frega ed entra in campo con voglia. Questo e' l'atto della freschezza, della gioia, della magia. Perche' magica e' l'azione con cui Maxwell va a segno: scambi rapidi tra il terzino, Obinna e Deki che lancia nello spazio di nuovo Maxwell, il quale dribla un difensore e batte Sorrentino. Uno a zero, pubblico in delirio per il calcio spettacolo, 11° giocatore dell'Inter a segno in questa stagione. Le cose vanno bene, andiamo vicini al due a zero, controlliamo, il Chievo non ci fa paura, siamo forti e si vede.
Atto Secondo: L'atto della tragedia sfiorata. L'inizio della ripresa nero-azzurra e' sulla falsa riga del primo tempo: controlliamo, giochiamo alla grande e manco a farlo apposta andiamo subito a segno, ancora con una azione spettacolare. Palla al centro, Ibra di tacco la smorza e mette li una palla che Deki calcia con una potenza inaudita in rete. Due a zero, tutto il pubblico e' con noi. Ma come tutte le storie con protagonista l'Inter, niente e' cosi' facile. Dieci minuti di black-out mentale ci fanno mollare la presa sulla preda che sembrava oramai sfinita, invece con un guizzo di Pellissier (qualche colpa Julio Cesar nostro ce l'ha pero') il Chievo si mostra ancora vivo, e come se non bastasse riesce anche a trovare il pari con una fortunata serie di rimpalli nella nostra area. La tragedia sta per verificarsi sotto gli occhi dello Stadio, annichilito.
Atto Terzo: Il terzo atto e' quello introspettivo. Narra le vicende esterne al campo, ovvero i pensieri del Comandante Musigno. Io una partita dell'Inter la seguirei con una telecamera fissa sul volto del Mister, e non capirei un emerito cazzo di cio' che avviene in campo. L'Inter gioca alla grande e lui e' li impassibile, ogni tanto chiama il Capitano o Cambiasso e gli da qualche indicazione, facendo delle facce che manco Arturo Brachetti riuscirebbe a imitare. Poi il Chievo accorcia e mentre Baresi sorride come per dire "Ma si, un golletto lasciamoglielo pure fare" Musigno inizia ad inalberarsi, sguercia come un pescivendolo e si incazza perche' nessuno lo capisce. Infine arriva il due a due e li te ne accorgi: Baresi sembra l'urlo di Munch versione moderna, Oriali perde 3/4 del suo fascino e Musigno inizia ad insultare tutti in portoghese. La partita lo sta provando fisicamente, si dimena, poi lentamente si tranquillizza (3 a 2 per noi) infine ritorna a stare zitto, impassibile senza emettere emozioni (4 a 2). Complimenti per il self-control Mister, ma un Comandante dev'essere cosi'.
Atto Quarto: L'eroe risolve tutto, il suo nome e' Zlatan Ibrahimovic. La scena si stacca da Musigno e torna sul campo, dove i nostri eroi stanno riprendendo le loro facolt' mentali ed hanno ripreso ad attaccare affannosamente il Chievo, grazie anche all'ingresso di Figo, Crespo e Balotelli (praticamente difendevano solo Julio, Cordoba, Samuel e ogni tanto un raccattapalle a turno). Al minuto 79, il nostro eroe si libra in cielo, su cross di Maicon dopo una splendida combinazione con Luigi Figo, ed e' 3 a 2 per noi. Esultano tutti, la gente ritorna a gioire. Il Chievo stavolta dimostra i suoi limiti, le sue difficolta' e alla fine crolla: Stankovic mette una palla invitante in mezzo all'area, Ibra giunge e lascia partire un missile pauroso che si insacca sotto la traversa. 4 a 2, le danze si chiudono, la tragedia e' stata sventata ed ha lasciato spazio alla favola a lieto fine.
Insomma quante emozioni ci ha regalato l'Inter. A livello puramente tecnico vorrei sottolineare comunque la cosa piu' positiva: nonostante abbiamo vinto grazie a due gol di Ibra, oggi non siamo stati dipendenti da lui, anzi e' stato lui a dipendere dalla squadra. Senza Deki, Cambiasso, Zanna, Maxwell, Maicon, Figo, oggi Ibra non avrebbe segnato. +9 su Milan e Juve, sperando stasera di poter essere a +8. Intanto pero' possiamo sederci in poltrona stasera e sperare di vedere uno spettacolo almeno pari a quello messo in atto dai nostri ragazzi oggi pomeriggio alla Scala del Calcio
 
 

Per l’Inter parlare del Chievo vuol dire provare il disagio che Superman proverebbe nel parlare della criptonite, visto la fatica che costantemente si spende per avere la meglio dei clivensi ovvero una squadra che ho il sospetto sia nata con la sola mission di renderci la vita difficile. Quattro gran bei goal ci regalano la settima vittoria consecutiva in campionato e ci consolidano in testa alla classifica dopo una gara a tratti gestita fino al momento dell’addormentamento generale che l’ha portata per qualche minuto in parita'. Paradossalmente se ieri siamo tornati tutti a casa soddisfatti, e' anche grazie al momentaneo pareggio raggiunto dal Chievo, che ha obbligato il comandante Ibra  a prendere per mano la barca e a vincere, altrimenti saremmo stati capaci di arrivare stancamente al 2 a 0 finale nella noia piu assoluta. Capita anche questo alla gente speciale come noi.

Tutto quindi secondo copione in campo, e tutto secondo copione sugli spalti, in particolar modo nel nostro Primo Anello Arancio dove abbiamo prodotto una prestazione di elevato livello vista la scioltezza con cui si e' passati nel dire come sa leggere le partite il Mou non le legge nessuno e ma questo e' un pirla. Ma soprattutto ieri per la prima volta ho maturato la convinzione che il fatto che molta gente non vada piu allo stadio non per forza sia negativo: si e' certi di aver eliminato una cospicua fetta di gufi. La crisi pero' non ha sfortunatamente colpito un paio di persone che siedono dalle mie parti: ore 14.35 circa, nel bel mezzo del riscaldamento, arrivano due Signori di mezza eta'. Sguardo veloce verso la squadra in campo per capire la formazione e illuminante genialata di uno dei due :ma l’e' scemu el Mou? El Mansini e la Quaresima…(Peccato che entrambi non fossero nemmeno convocati). Arriviamo alle ore 15.04, le squadre scendono in campo e il tifo e' acceso: da dietro si alza il Bergamasco che storicamente siede in quel posto ed esclamasperem che el Balotelli segna. (Peccato fosse Obinna.).

Insomma, ieri si doveva vincere e si e' vinto, e si doveva riuscire ancora una volta ad unire un gruppo di persone con l’innata capacita' di non capire una mazza di quello che gli succede intorno e si e' riuciti anche in quello. Potere dell’Inter nel primo caso, potere del Primo Anello Arancio nel secondo.

 

Basta Essere Campioni Del Mondo

adriano_galliani10

Lo dico in tutta onesta', senza troppi giri di parole e senza soprattutto quel falso moralismo tipico di altre tifoserie : ieri sera ho goduto, e tanto. Mi sono completamente calato nei panni di mister Mourinho, immaginandomelo seduto su una poltrona di pelle pregiatissima, stanco dopo aver sofferto, come tutti noi, accanto ad un bel fuoco acceso per scaldare l'imponente e lussuosissimo salotto. La tv accesa, per vedere cosa avrebbero combinato Juventus e Milan, conscio del fatto di ritrovarsi tra le mani una squadra che,almeno in Italia,non ha rivali ne' eguali (se prliamo di calcio moderno). Il suo ghigno, forse a rimpiangere quei tre punti persi contro i rossoneri. Che ora sono a nove punti, cioe' lontanissimi. Nonostante Ronaldinho. Nonostante i Quest’anno il primo degli obiettivi e' lo scudetto. Nonostante l’ennesimo A Natale li prendiamo, ormai divenuto  un jingle natalizio, come la pubblicita' della Coca-Cola o i cinepanettoni di Boldi e De Sica. Un must, a tutti gli effetti.

Non mi interessa che la Juventus sia ancora a sei punti : c'e' tutto il tempo per consumare la classica vendetta, lunga e dolorosa, perche' certe cose noi non le scorderemo mai. Ad oggi, pero', umiliare il Milan, che Con l’arrivo di Beckham vincera' tutto staccandolo di nove lunghezze nonostante lo scontro diretto a favore, e' un qualcosa che non ha prezzo. Ne dovra' tirare tante di punizioni decenti Beckham, che manca  dal professionismo serio da piu' di un anno, per recuperare tutto questo distacco. Niente allarmismi, pero', a Milanello. Ne', tantomeno, tra la stampa, idealmete ubicata sempre da quelle parti. C’e' Thiago Silva da dare in pasto ai tifosi, per tenerli buoni. Un difensore ferocemente strappato all’Inter, come se questa fosse la cosa piu' importante, quando i nerazzurri si erano ritirati dalla corsa non appena viste sul campo le conferme di Samuel, leader di un reparto arretrato che vanta riserve del calibro di Chivu,Materazzi e Burdisso. Roba da leccarsi i baffi a Milanello e dintorni.

Oggi, pero', c’e' stata la risposta perentoria di Galliani. Indovinare cos’ha detto non e' impresa titanica, ma il succo del discorso e' chiaro e semplice :Siamo i campioni del mondo. Un atteggiamento di una mediocrita' assoluta, quasi bambinesca, come se all’Inter, dopo la partita con il Werder, un tesserato avesse esclamato :Mai stati in B, oppure Siamo i campioni d’Italia. Roba da non credere. E ancora piu' allucinante e' il livello raggiunto da una stampa che ormai rema in maniera coesa in un’unica direzione,il servilismo assoluto.

D’accordo, e' il solito discorso che facciamo da anni, ma ogni tanto un promemoria non fa mai male. Durante la settimana scorsa ho scelto la via del silenzio relativamente ad alcune voci che sono circolate nell’ambiente Inter. Onestamente non me ne sono pentito, perche' ritengo di non essere in grado di giudicare scelte che ruotano attorno ad un dramma personale quale quello vissuto da Leite Ribeiro.  Cio' non significa che non mi sia fatto la mia personale idea sulla vicenda generale del giocatore brasiliano : sicuramente verro' criticato, ma ritengo che per Leite Ribeiro la cosa migliore sia andare via dall’Italia e magari smetterla con il calcio giocato a livello professionsitico.

In ogni caso, l’offensiva dei media contro l’'nter della scorsa settimana e' un qualcosa che va analizzato con una certa attenzione : alla vigilia di Werder-Inter, mega offerta per Cambiasso dal Manchester City e caso-Balotelli. Il giorno successivo alla partita piovono critiche, alcune legittime e costruttive, altre molto meno. Poi la storia di Leite Ribeiro e quel Maicon cosi' tanto indisposto da scendere in campo domenica ed entrare in tre delle quattro azioni da rete nella pirotecnica partita contro il Chievo. La polemica a distanza tra Mourinho e Mihajlovic, creata e portata avanti da una stampa che evidentemente non aveva tempo di chiedersi come mai il Milan sia arrivato alla partita del dentro/fuori nelle condizioni in cui versava ieri sera, senza nessuna critica (ci mancherebbe) per il fatto di aver acquistato un difensore che non puo' giocare ma che misteriosamente Risolvera' tutto, unitamente ad un giocatore (Beckham) che opera nello stesso ruolo di Ronaldinho, il quale ha sconvolto a sua volta il sistema di gioco del Milan.

Non si parla di Emerson, non si parla di Pato, si accettano gli spot juventini (Puntiamo allo scudetto) e quelli romanisti (Puntiamo alla finale di Champions) senza il minimo contradditorio. Cosi', tra un Altafini che su Sky si permette di dire che il Chievo gioca bene e l’Inter sbaglia tutto, passando per le tv private che anziche' parlare di quanto siano forti Ibrahimovic e Maicon non hanno di meglio da fare che parlare di Leite Ribeiro (con una squallidissima battuta di Zuliani su 7Gold), continuo a pensare che spazi come questi siano oasi in un oceano in tempesta. Qui ci si confronta, si discute, ma soprattutto si vuole bene all’Inter.

Ad una squadra che, nel bene e nel male, se non altro non ha bisogno di un intero sistema mediatico, controllato dal presidente della societa' stessa, per tirare avanti con la filosofia “Siamo una famiglia” : me lo immagino ieri lo spogliatoio del Milan alla fine della partita. Pacche sulle spalle, complimenti reciproci, sorrisi e un profondo senso di famiglia. Poi tutti a dormire. I piu' trasgressivi a bere, acqua naturale ovviamente. Al massimo un bicchiere di acqua frizzante. Poi anche loro a dormire. Una domanda : noi, a precisa richiesta di Galliani, sappiamo cosa accadde esattamente un anno fa…Ma lui è consapevole di cosa accadrà domenica?

RICCARDO ROBOTTI

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CANTA NAPOLI  NERAZZURRA  PER MOURINHO

 

 

 

 

 

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